Adolesco
Bellezza. La bellezza che nutre, la bellezza ambita, la bellezza che eleva, la bellezza necessaria per sentire il flusso del vivere.
La bellezza. Il bello.
Il due che è imperfezione, l’Uno che è il divino.
Che bellezza!
Un tuffo li dentro in quell’angolo in cui tutto questo è intatto, protetto e conservato dallo stupore, dal senso di onnipotenza, dal fiato che entra pieno e riempie tutto il corpo, non solo i polmoni.
Arrivo a Modena prima del previsto. Meraviglioso.
Trovo un parcheggio libero, all’ombra e vicino al centro.
Mi avvio spedita.
Sarei felice anche solo di sentire le domande, di sentir parlare dell’argomento: il Simposio di Platone, lezione di Giovanni Reale.
E invece sta ancora parlando, sta introducendo l’intervento di Aristofane.
Platone è in grado di imitare gli uomini del suo tempo, il loro linguaggio, il loro pensiero. Li rappresenta in modo credibile.
Aristofane è uno scrittore di commedie, ha un modo comico di esprimersi. Ma, utilizzando il linguaggio di Aristofane, Platone esprime il suo proprio pensiero.
I generi erano tre: uomo, donna, androgino, descritti in modo buffo: due teste, quattro gambe, quattro braccia.
Reale si sofferma a lungo sul l’esposizione di Aristofane. Ricordo anche qualcun altro che si fermava nella lettura del Simposio: che pizza!
Ma non sarà che anche Reale chiude l’interpretazione del Simposio su questo…
E un attore filosofo, che sembra Bruno nel modo di leggere, è bravo, ma Bruno è più bravo, ma come sarebbe bello ascoltare la lettura del Simposio fatta da Bruno, un attore filosofo legge tutta la parte di Aristofane.
E poi arriva Agatone. Agatone è un poeta e: nessuno di voi convenuti ha detto chi è Eros, allora lo dico io. Eros è bellissimo, meravigliosissimo, splendidissimo. Ma non dice chi sia.
E finalmente arriva il turno di Socrate: no, io non parlo, me ne vado.
Me ne vado perché se parlassi dovrei confutarvi tutti.
E inventa Diotima, la sacerdotessa, che lo persuade che Eros non è un dio bensì un demone che sta a metà fra il mondo degli uomini e quello divino.
Durante la festa per la nascita di Afrodite, dea della bellezza, Penia, la mancanza, la necessità, avvicina Poros, l’espediente e giace con lui. Dall’unione nasce Eros che è un demone che mette in contatto gli uomini col divino e che non è bello perché sente la mancanza, la necessità del bello e cerca espedienti per raggiungerlo.
Oggi Reale ha detto che Eros è un demone che agisce in verticale, spingendo l’uomo alla ricerca del bello e del divino e in orizzontale, ma non mi è chiarissimo in che senso. Nella ricerca di ciò che manca anche fra gli umani?
La tensione verso la bellezza è tensione verso la trascendenza. Attraverso il bello ed il Sublime si giunge alla conoscenza dell’assoluto.
Ha parlato di assoluto Platone? O di conoscenza? O di conoscenza del divino?
So che quando ha parlato di estasi e di ricerca e contemplazione del bello, ho sentito un’antica sensazione fisica che nella mia memoria immaginaria corrisponde all’adolescenza. All’adolescenza come momento di scoperta e di entusiasmo, nutriente ed appagante e assoluta.
Evviva Platone